Stati interni del cervello
influenzano i codici di luogo ippocampali
ROBERTO
COLONNA
NOTE E NOTIZIE - Anno XIX – 30 aprile
2022.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie
o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati
fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui
argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
Quando un animale esplora un ambiente, si ritiene
che l’ippocampo formi e mantenga codici di luogo combinando segnali
sensoriali con segnali originati dal proprio movimento. Tali codici spaziali
sono oggetto di intensi studi, che hanno dimostrato il loro fondamentale rapporto
con elementi dell’ambiente, quali gli stimoli-segnale e la localizzazione delle
ricompense. Infatti, i codici ippocampali sono rimappati quando gli animali
sono esposti ad ambienti con distinti stimoli sensoriali o differenti richieste
di compiti e quando gli stimoli e le ricompense sono spostati di sede nello
stesso ambiente. I codici spaziali sono basati su informazioni cosiddette “egocentriche”,
ossia centrate sull’animale stesso, come il movimento spontaneo, e spesso sono
degradate quando gli animali non si muovono più attivamente entro quell’ambiente.
Modelli della fisiologia ippocampale propongono che
la combinazione automatica di segnali del proprio movimento con segnali
sensoriali formino un codice spaziale in un modo auto-supervisionato, quando un
animale si muove attivamente attraverso uno spazio ambientale e fa esperienze
di stimoli percettivi caratterizzanti. Coerentemente con questa visione, i codici
di luogo si formano rapidamente in nuovi ambienti anche prima che gli
animali ne comprendano la rilevanza comportamentale, come accade prima di fare
esperienza delle ricompense.
Noah L. Pettit e colleghi hanno condotto una
sperimentazione per verificare se la combinazione di segnali ambientali e
automotori è sufficiente per la codificazione spaziale dell’ippocampo o se
intervengano stati cerebrali interni. Il risultato della verifica sperimentale
è molto interessante.
(Pettit
N. L., et al. Hippocampal place codes are gated by behavioral
engagement. Nature Neuroscience –Epub ahead of print doi: 10.1038/s41593-022-01050-4, 2022).
La provenienza
degli autori è la seguente: Department
of Neurobiology, Harvard Medical School, Boston, MA (USA).
I topi sono stati pazientemente addestrati a
navigare in realtà virtuale, lungo una traccia lineare di due metri, che si
ripeteva in una topologia circolare. Le ricompense liquide sono state disposte
in modo da rendere certe e inequivocabili le scelte dei roditori; per ogni giro
di percorso virtuale era prevista una sola ricompensa. I ricercatori hanno rilevato
l’attività di centinaia di neuroni della regione CA1 dell’ippocampo, usando l’imaging
del Ca2+ a risoluzione cellulare.
A differenza di quanto avevano previsto, i
ricercatori hanno osservato un’estesa degradazione dei codici di luogo
quando i topi volontariamente si disimpegnavano dal compito di navigazione
virtuale, e ciò che ha maggiormente impressionato è che questo accadeva anche
quando gli animali continuavano ad attraversare lo stesso ambiente.
Questo esito indica che stati cerebrali interni
possono fortemente regolare le mappe spaziali e riorganizzare l’attività dell’ippocampo
anche senza cambiamenti originati da segnali sensoriali o del proprio
movimento.
L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e
invita alla lettura delle
recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE”
del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
Roberto Colonna
BM&L-30 aprile 2022
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